lunedì 22 luglio 2013

Introduzione con anticipazioni alla "suite esquilina".

Salve a tutti, amici!
Mi accingo nei prossimi giorni a pubblicare un resoconto ampio e dettagliato, e si spera anche interessante, su quella zona di Roma compresa tra via Statilia e piazza Vittorio Emanuele II, cui aggiungerò anche uno speciale sull'Acquario.
E siccome il materiale è abbondante ci sarà modo di esporre anche le chiese della zona, notandone pregi e difetti e troppo arditi, da un punto di vista principalmente artistico, adeguamenti al Concilio Vaticano II: mi piacerebbe separare le cose, in modo da enfatizzare l'unicum di questi studii sull'arte sacra, mediante una rubrica a parte sempre all'interno del sito: avevo pensato "Stile eclettico sacro", ma forse è troppo ambiguo.

Oggi ho tenuto la mia prima sessione colà (l'Esquilino, come ben si sa, è una miniera d'oro per chi voglia scrivere di "Stile eclettico romano") e ho provato emozioni molto contrastanti: passavo dall'ammirazione per gli ideali espressi in nuce da certi luoghi o edifici alla tristezza più inesorabile per il forte degrado in cui versano le strade più prossime a piazza Vittorio Emanuele.
Tuttavia sono riuscito a esaltarmi e non poco e ho scoperto, così, il complesso passato storico del colle Esquilino durante il Regno d'Italia: avrei voluto essere un progressista democratico e ignorare quei moti interiori di gioia che provavo, ma non ce l'ho fatta e ho mentalmente detto grazie ai nostri re d'Italia e alla loro opera civilizzatrice, nonostante l'anticlericalismo diffuso.

Per comprendere però al meglio le dinamiche che hanno come evidenza formale gli edifici di quel quartiere ho ritenuto necessario inserire, come preludio ai miei ragionamenti, una introduzione fondamentale per poter contestualizzare meglio, e con ciò apprezzare, ciò che caricherò su questo blog a partire da domani.

Comincio dal senatore Luigi Luzzatti, il teorico delle banche popolari, che ci ha lasciato delle bellissime, ma soprattutto dignitose, case per i lavoratori di basso ceto in diverse vie del quartiere, tutte comunque molto vicine tra di loro al punto da spingermi a etichettare questi palazzi sotto la comune dicitura di "Quartiere Luzzatti".
Quello che leggerete ora proviene da Wikipedia.

Luigi Luzzatti (Venezia1º marzo 1841 – Roma29 marzo 1927) è stato un giurista ed economista italiano, che fu Presidente del Consiglio dei ministri dal 31 marzo 1910 al 29 marzo 1911.

È stato il fondatore della Banca Popolare di Milano e Presidente dello stesso istituto di credito dal 1865 al 1870, oltre ad esserne stato Presidente Onorario dal 1870 al 1927.
Nato da genitori di religione ebraica, dopo aver completato gli studi in giurisprudenza all'Università di Padova attirò su di sé l'attenzione della polizia austriaca a causa delle sue lezioni di economia politica, e fu costretto ad emigrare.
Nel 1863 ottenne una cattedra presso l'Istituto Tecnico di Milano.
Nel 1867 fu nominato professore di diritto costituzionale all'Università di Padova [1].
Dotato di eloquenza ed energia, divulgò le teorie economiche di Franz Hermann Schulze-Delitzsch (1808-1883). Con la pubblicazione nel 1863dell'opera "La diffusione del credito e le banche popolari" divenne l'artefice della diffusione delle banche popolari in Italia.
Partecipò alla fondazione dell'Università Ca' Foscari di Venezia, primo ateneo italiano per l'insegnamento dell'economia.
Nel collegio di Oderzo, nel 1869 fu nominato da Minghetti sottosegretario di stato all'agricoltura e al commercio e in tale veste abolì il controllo governativo sulle imprese commerciali e promosse un'indagine conoscitiva sulle condizioni dell'industria. Benché in teoria sostenitore del libero commercio egli fu di fatto determinante nella creazione di un sistema economico protezionistico in Italia.
Nel 1877 partecipò ai negoziati commerciali con la Francia, nel 1878 compilò il tariffario doganale italiano, e successivamente ebbe un ruolo di guida in tutti i trattati commerciali che l'Italia stipulò con gli altri paesi.
Nominato ministro del tesoro nel primo governo Di Rudinì del 1891, con mossa avventata, abolì il sistema di compensazione della valuta fra istituti di emissione, misura che provocò la duplicazione di parte del denaro circolante e accelerò la crisi del sistema bancario del 1893
Nel 1896 entrò nel terzo governo Di Rudinì come ministro del tesoro e, tempestivamente legiferò in modo da salvare dal fallimento il Banco di Napoli. Dopo aver lasciato l'incarico nel 1898 la sua principale occupazione fu di condurre il negoziato commerciale Franco-Italiano, mentre come deputato, giornalista e professore, continuò a partecipare attivamente alla vita politica ed economica del paese.
Fu nuovamente ministro del tesoro dal novembre 1903 al marzo 1905 nel secondo gabinetto Giolitti, e per la quarta volta dal febbraio al maggio 1906 nel governo Sonnino. Alla fine del suo mandato ottenne la conversione del tasso d'interesse sul debito pubblico italiano dal 5% (ridotto al 4% al netto delle imposte) al 3,5% e successivamente al 3%, operazione che altri ministri avevano tentato senza successo; sebbene la conversione non fu completamente portata a termine durante il suo dicastero, gliene va attribuito gran parte del merito.
Fu su sua proposta che venne approvata la legge n 251 del 31.05.1903 che istituiva l'Istituto Autonomo delle Case Popolari, destinato a sovvenire alle necessità abitative dei ceti italiani meno abbienti.
Nel 1907 fu presidente del congresso delle cooperative di Cremona. Nel secondo governo Sonnino fu ministro dell'agricoltura, industria e commercio.[2].
Il 31 marzo 1910 Luzzatti fu nominato presidente del Consiglio dei ministri dal re Vittorio Emanuele III dietro indicazione dello stesso primo ministro dimissionario, Giolitti. Durante il suo governo fu varata, all'inizio del 1911, la legge Daneo-Credaro, che rendeva obbligatoria la frequenza scolastica fino a 12 anni, mentre la scuola elementare non fu più dipendente dai Comuni, bensì dalloStato, che ne assumeva la gestione. In questo modo le scuole di molti Comuni che non potevano permettersi la manutenzione degli edifici scolastici furono migliorate, permettendo una maggiore alfabetizzazione delle masse popolari, specie quelle rurali. A questa riforma, Luzzati volle far seguire quella elettorale, che prevedeva l'estensione del suffragio a quattro milioni e mezzo di nuovi elettori; la sua proposta fu accantonata per l'opposizione dell'Estrema Sinistra, che chiedeva invece il suffragio universale. Sfumato il suo progetto, Luzzatti rassegnò le dimissioni il 29 marzo1911, e al potere tornò Giolitti. Fu durante il mandato di Luttazzi che, il 17 marzo 1911, si inaugurò il cinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia, festeggiato con mostre ed eventi pubblici.
Da ultimo ho scoperto l'estrema bellezza della Zecca di via Principe Umberto.
Quel luogo è un capolavoro eclettico e ha anche una capitale importanza storica: ospita infatti la scuola per aspiranti disegnatori di monete e medaglie (rimango intenzionalmente nel vago e nell'impreciso per non rovinare la sorpresa).
Di seguito alcune immagini dell'edificio in sé e di medaglie colà elaborate o che lo raffigurano.









E' probabile che, anche se è molto distante da qui, io metta un confronto con la Zecca di via Gino Capponi.
L'arte "eclettica" a Roma è fortemente tipizzata e dialettica, si sa: il confronto allora non potrà che essere capitalmente interessante.

Il fine.
Perché un post così? Perché la nostra storia di Nazione è ignota perfino a noi, che ci viviamo e ci siamo nati e ce l'abbiamo nel sangue dal 1861.
Perché oggi è molto facile dire: coi Savoia tutto brutto, con la Repubblica tutto bello. Sicuramente ha del vero questa asserzione; ma è tutta vera, davvero? O forse anche i Savoia hanno fatto qualcosa di buono per il nostro Paese, qualcosa il cui dono ci obbliga a essere riconoscenti verso i nostri ex-re?
Indipendentemente dalle opinioni personali, lo storico deve cercare oggettivamente ciò che è davvero, deve lasciar parlare i fatti e deve guardare a tutto con la necessaria oggettività, per quanto possibile a un uomo in carne e ossa.

Spero quindi che troverete di vostro gusto quello che presto pubblicherò.

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